Le scarpe sono uno dei componenti più importanti nell’equipaggiamento di un ciclista.
Scegliere le scarpe non adatte alle proprie esigenze, significherà doverle accantonare molto presto e/o soffrire di formicolii e/o dolori ai piedi.
La scarpa da ciclismo deve avere una calzata precisa: non troppo stretta, perché l’eccessiva compressione del piede potrebbe generare fastidi o dolori, né troppo abbondante, per evitare movimenti anomali che possono causare infiammazioni.
Il numero non corrisponde a quello delle scarpe da passeggio, occorrerà dunque provarle prima di acquistarle. Non tutte le scarpe poi, hanno la stessa vestibilità.
Ricordiamoci che con le alte temperature, il piede si gonfia un po’, è necessario quindi avere un “piccolo margine” per le giornate più calde. Se usiamo plantari personalizzati, è indispensabile portarseli dietro il giorno della prova, l’ingombro potrebbe essere diverso rispetto alle solette standard.
Una delle caratteristiche principali da considerare e che può determinare la scelta è la larghezza della pianta, se troppo stretta, la costrizione delle teste metatarsali, potrebbe provocare dolore e formicolio.
La suola, parte che influenza la trasmissione della potenza, può essere in carbonio (scarpe di alta gamma, più rigide e leggere), oppure in materiale plastico, (scarpe entry level, più confortevoli e meno costose).
La differenza di peso tra una scarpa di alta gamma e una standard può essere anche di 400g. Chi è alla ricerca della prestazione, non deve dunque trascurare questo aspetto.
Il dettaglio più importante però, che spesso indirizza la scelta, è il sistema di chiusura. Questo influisce direttamente sul feeling della calzata, sul comfort e sul contenimento del piede. Una chiusura salda permette di trasferire meglio la potenza sul pedale e limita i movimenti anomali. Allo stesso tempo però, non si devono creare punti di pressione, nelle uscite lunghe potrebbero provocare fastidi.
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I sistemi di chiusura più diffusi sono:
Doppio cricchetto
Soluzione sulle scarpe di media e alta gamma. Permette una ritenzione efficace e uniforme, senza creare punti di pressione in zone specifiche. Chiusura personalizzata su collo e avampiede.
Cricchetto singolo
Soluzione che si trova sia su scarpe di altissima gamma (per limitare il peso), che su quelle di media gamma (per il costo). In generale è un buon compromesso.
Cricchetto singolo + velcro
Compromesso tra cricchetto singolo e doppio. In questo caso, la funzione del rotore dell’avampiede viene svolta dal velcro.
Velcro
Soluzione funzionale, leggera e meno costosa. La ritenzione non è paragonabile a quella dei rotori, soprattutto in caso di pioggia e umidità. Questa sistema è utilizzato sui modelli entry level e su scarpe da triathlon, vista la praticità e la velocità di chiusura.
Le scarpe da triathlon si differenziano dalle scarpe standard per l’asola posteriore, necessaria per agganciare le scarpe al telaio e rendere la prima transizione più veloce, e per la chiusura “inversa” del velcro principale: l’attaccatura è posta all’esterno del piede e non all’interno come nelle scarpe standard.
Questo accorgimento evita il rischio di caduta, impedendo allo strap di finire sulla catena o tra i raggi delle ruote, quando si pedala a piedi nudi per mettere/togliere le scarpe con la bici in movimento.
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