Punto sempre la sveglia ad un orario poco convenzionale. Mi piace l’idea di vedere il bicchiere mezzo pieno..
Oggi, alle 5.13, ho pensato: “che bello, ho dormito 3min in più delle 5.10″
A quell’ora del mattino (sì è mattino non è notte) è necessario trasformarsi in un animale della savana che fa del silenzio il suo basic instinct. Una gazzella, un leone a caccia, una farfalla.. Insomma, qualsiasi cosa purché sia silenziosa e raggiunga l’obiettivo senza farsi sentire. Un caffè (spero sempre che anche la caffetteria abbia il silenziatore), dei biscotti, la borraccia già pronta. Pantaloncini e maglietta fuori dall’armadio, fascia cardio e occhiali da sole solo da indossare, mascherina, borraccia, una barretta, orologio e contachilometri carichi. Tutto rigorosamente preparato la sera prima, come la bici. Pulizia ordinaria, pressione pneumatici (8bar), casco già posizionato sul manubrio.
Chi mi conosce sa che amo i dettagli, ma questa meticolosità, fidatevi, non è fine a se stessa.. Mi permette di risparmiare almeno 10min!
E poi c’è l’obiettivo finale prima di partire. Anche oggi, nel mio caso, e nel caso di tutti gli atleti mattinieri, bisogna raggiungere l’uscio della porta senza far alcun rumore, pena il risveglio di tutta la savana. Oggi al doppio clic della serratura, tutti dormivano ancora!
Di cosa può succedere se tutti si svegliano ne parleremo un’altra volta..
Prima delle 6 sono già in strada. Mi saluta il vicino con il suo taxi pronto a prendere servizio. Fuori la temperatura è discreta, non fa freddo, non fa caldo. Ho un obiettivo semplice: godermi lo spettacolo della pianura che si sveglia, risentire il vento in faccia, percepire tutte le vibrazioni dell’asfalto, senza obiettivi prestazionali. Oggi si va solo alla “Madonna del Bosco”, come per battezzare una stagione mai iniziata e che mai inizierà. Il covid ha “sospeso” tutto e la cosa più funzionale è stata prenderne atto e godere delle libertà individuali concesse.
La bici è pazzesca, ti regala emozioni, senza nessuno sconto. Ti mette a nudo, ma ti fa alzare sui pedali come se fossi il miglior Pantani di sempre. Ti fa sentire ogni cosa. Macino km senza praticamente incontrare nessuno.
Sul “Respiro di Robbiate” attraversa la strada uno scoiattolo. Lo saluto e capisco che sarei arrivato alla meta alle 7, in perfetto orario. Le campane mi accompagnano sulla salita, breve ma con la sua discreta pendenza. E’ un mix di emozioni. Tutta la valle dorme, la Valcava con le sue antenne in lontananza, mi fanno pensare a cosa potremmo raggiungere in estate. Rientro da Sartirana, riserva naturale, incrocio qualche runner e poi passando Merate, rientro a casa.
Indosso la mascherina quando serve, su e giù dal collo ai semafori, o superando le sciure mattiniere con graziella e cestino..
Vado piano, in bici non sono uno spericolato, uso anche i freni. Al tempo delle uscite “SI DRAFT”, anche quando non ero in testa, avvisavo di buche, pedoni, auto etc etc.
Questo mio modo di essere oggi mi ha fatto percepire che le auto sono decisamente meno cordiali del mio amico scoiattolo.
Ma quanto andate veloci, ragazzi? Alle 7.30 le auto sfrecciano come non mai. Siete tutti in ritardo per il lavoro? Ho i miei dubbi.
Chi guida a volte non ha la percezione di quanto vicino si passi a chi pedali.. Oppure che tagliare una curva o non mettere una freccia per svoltare possa essere fatale. Non voglio credere nemmeno al fenomeno haters, l’odio verso i ciclisti, ecc.
Mi dispiace dover constatare nuovamente, dopo 40 giorni di lockdown, come gli slogan “LA BICI è MEGLIO”, “LA BICI CI SALVERA’”, “LA BICI PER LA FASE 2”, siano condivisi solo da chi in bici già ci andava. Non saranno i bonus-bici per l’acquisto e le ciclabili pop-up a cambiare il mondo. Dobbiamo cambiare noi.
Da domani, proviamo a sorpassare una bici rallentando e lasciando 1.5m almeno di distanza durante il sorpasso?
Proviamo a rallentare, TUTTI.
Sono sicuro che vedremo più scoiattoli di quanti non possiamo immaginare.